domenica 14 settembre 2008

Il signore Iddio dunque prese l”uomo e lo pose nel giardino dell’ Eden perché lo coltivasse e lo custodisse dandole questo ordine”Tu puoi mangiare liberamente di ogni albero del giardino,ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare,poiché se tu ne mangerai di certo morrai. Quando ci accingiamo a leggere un’opera da noi lontana nel tempo oppure appartenente ad un’altra cultura come può essere in questo caso la BIBBIA più precisamente la GENESI bisogna renderci conto che ogni opera è figlia del contesto socioculturale in cui è stata scritta. Pertanto se vogliamo comprenderla al meglio è in quel contesto che dobbiamo tentare di calarci.Nel nostro caso è il contesto di una società patriarcale dove la figura istituzionale del padre,riunisce in sé,tutti i valori fondanti della società,valori morali e potere decisionale cioè politico.Una figura scevra da errori e peccati,pertanto non contestabile. Ma, questa figura essendo interpretata da un uomo passibile di errore ,per salvare la propria immagine deve trovare un alibi per giustificare le proprie manchevolezze.La trova facendo del male non un qualche cosa che nasce dall’uomo per scelta volontaria ma che sta al di fuori dell’uomo il quale in un momento di debolezza può soccombervi.Vedi Eva tentata dal serpente Vedi Adamo tentato da Eva. Questo concetto del male come entità che sta al di fuori lo ritroviamo nelle cattedrali gotiche dove sulle pareti esterne sono rappresentati in modo grottesco i simboli del peccato che fermati dal perimetro sacro non possono accedervi.Questa visione è la negazione totale del concetto di responsabilità individuale.-Se pecco non è colpa mia ma perché in un momento di debolezza sono stato sconfitto da forze superiori - E’ l’auto assolversi di chi non vuole rendere conto dei propri errori A questo punto si potrebbe obiettare che malgrado questo alibi Adamo è stato cacciato dall’EDEN ma ,questa apparente contraddizione non è assolutamente in contrasto con la visione dello estensore della genesi,anzi, ne rafforza la tesi.Se noi la leggiamo con attenzione,ci rendiamo conto che è stata scritta per due livelli di comprensione,uno essoterico dove in modo semplice e poetico viene rappresentata la creazione ed uno esoterico atto ad essere compreso da iniziati.E’ un manuale politico.dove la religione svolge come è sempre stato ,il compito di giustificare la politica.E’ l’immagine di come deve esser strutturata la società e dei rapporti di forza tra i vari attori.La società è una struttura rigidamente gerarchica dove chi è sotto non può permettersi di criticare chi è sopra. Adamo sta a DIO come Eva sta ad Adamo.La cacciata e punizione di Adamo sta a Dio come l’allontanamento per morte o per esilio di un reo sta al potere. Ne consegue che chi detiene il potere non può essere giudicato altri che da Dio Neanche la figura di Eva ,benché compagna, può esser associata alla pari al potere di Adamo,pena la perdita di supremazia da parte dello stesso. Pertanto,la figura di Eva non può essere che subalterna Ecco allora codificato il ruolo della figura femminile,Eva che induce Adamo a disobbedire al Padre. Eva essere inferiore perché non progettata inizialmente da Dio ,Eva che nasce da un desiderio di Adamo che Dio esaudisce traendola da una costola dello stesso Eva che deve la sua nascita ad Adamo che ne diventa moralmente padre e di conseguenza a lui inferiore e soggetta E’ la stessa visione che noi ancora oggi ritroviamo nei popoli islamici per cui una donna:stuprata .violentata,umiliata nella sua essenza di essere umano,è comunque colpevole per il solo fatto di essere donna :dunque essere inferiore e tentatore. E’ come se un ladro rendesse della sua azione responsabile il derubato perché possessore dell’oggetto da derubare Responsabilità,libero arbitrio,non hanno cittadinanza in questo tipo di società.Al massimo in vece di un tiranno possiamo sperare in un principe illuminato ma mai in un pari tra i pari Cedere su uno solo dei punti già illustrati significherebbe distruggere questa società dalle fondamenta. Rifacendomi alla mia introduzione,proviamo ora a leggere lo stesso brano alla luce della nostra cultura:ove,la figura del padre ha sopra tutto il dovere di proteggere, promuovere,rendere liberi,amare i propri figli e dove il potere dovrebbe essere al servizio dell’individuo Una cultura che si rifà al messaggio cristiano la dove nella parabola del padrone –DIO- e dei talenti -LE QUALITA-date in gestione ai servi -Gli UOMINI- viene punito il servo che non usa i talenti per incrementarli –MIGLIORARE e MIGLIORARSI- ma li sotterra -RINUNZIA ALLE RESPONSABILITA’-Con questa parabola,l’uomo viene liberato e reso responsabile delle sue azioni.Deve usare al meglio i talenti che le sono stati dati Non è più soggetto alla vecchia legge ma alla sua coscienza.E’ questa una vera rivoluzione, il motivo per cui il Cristo verrà crocifisso. Sovverte i rapporti di forza sino allora operanti nella società.Non esiste più un uomo al di sopra di un altro.Ognuno è responsabile di se stesso e delle sue azioni e ne risponde moralmente a Dio e civilmente e penalmente alla società.Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio . E’ una cultura che fa del DIRITTO al DUBBIO una sua conquista perché chi dubita non accetta verità preconfezionate ma le mette alla prova riconoscendo agli altri lo stesso diritto di critica Da qui la tolleranza e il valore del dialogo Una cultura dove chi è in alto è un maestro e non un giudice Dove si gioisce per chi cadendo si rialza Una cultura che mi ha dato la consapevolezza che l’essere umano è il libero artefice di se stesso per volontà divina . Ora,per dimostrare che l’uomo è libero per volontà divina dovrò necessariamente partire dalla genesi la dove al sesto giorno Dio creò l’uomo volendolo a sua immagine e somiglianza, ,gli insuflò la vita e gli diede la signoria dell’EDEN ponendo però una condizione -Non mangerai il frutto della conoscenza sennò morrai.- Come vedremo in seguito, questo divieto era la necessaria condizione per realizzare il disegno Divino . Riflettiamo un attimo.Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza dunque,potenzialmente capace di distinguer il bene dal male e pertanto libero di scegliere : ma, la libertà di scegliere ,non può essere imposta dall’esterno neanche da Dio altrimenti cadrebbe il concetto stesso di libertà.
Dio non poteva rendere l’uomo libero se l’uomo stesso non avesse fatto un gesto volitivo . Ecco che torniamo al divieto.Non è mangiando il frutto che l’uomo conosce il bene ed il male ma ne viene a conoscenza nel momento che Dio gli dice-Se non lo mangerai è bene se lo mangerai è male- Ecco dove l’uomo perde l’innocenza - L’inconoscenza del concetto di bene e di male- Ecco perché il divieto risulterebbe inutile.In quel momento Dio a già dato all’uomo il concetto di bene e di male ma l’uomo non ha ancora acquistato la libertà perché per la libertà c’è bisogno di una collaborazione volontaria da parte dell’uomo .E’ necessaria una assunzione di responsabilità perché la libertà è responsabilità,è l’accettazione delle conseguenze delle proprie scelte. Allora ecco il serpente,la tentazione,uno dei molteplici volti di Dio, il mezzo necessario per portare a compimento il SUO disegno, per forzare l’uomo ad una scelta e,quando l’uomo coglie il frutto tutto è gia avvenuto. Quello è solo il gesto che suggella una accettazione,è una iniziazione,è passare tra le colonne,è assumersi a .priori la responsabilità di ciò che sarà dopo la scelta, è essere libero, è attuare realizzare l’intenzione di DIO. Si potrebbe obiettare che l’uomo poteva anche non cogliere il frutto rispettando il dettato di Dio ma non poteva non farlo.Il suo è solo apparentemente un peccato di orgoglio. Se non lo avesse mangiato avrebbe riconosciuto una autorità al di fuori della sua coscienza. Una autorità che decideva per lui, NON SAREBBE STATO PIU LIBERO. Ora una riflessione. Se di un testo religioso si possono fare due letture cosi diverse addirittura antitetiche perché diversa è la cultura di chi legge, dove sta la verità? Mi viene da pensare che non è Dio che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza ma siamo noi che ci facciamo un Dio anzi una religione a nostra immagine e somiglianza.Un Dio religione che serva sopra tutto a giustificare la nostra morale perché ricordiamoci che la morale è il riflesso di una cultura. Contrabbandiamo la nostra morale politica come parola di Dio.Un Dio quindi chiamato a difendere i nostri interessi particolari. Ma allora DIO cos’è? Sembra una domanda retorica e lo è perché sappiamo la risposta.La sapevamo gia quando siamo entrati qua dentro.DIO non è altro che il grande architetto dell’universo, che non ha dato a nessuna religione la gestione della verità.La verità l’ha posta nel cuore di ognuno di noi e possiamo coglierla solo senza la lente deformante della religione. La verità sta in quel principio in cui tutti dovremmo riconoscerci NON FARE AGLI ALTRI CIO CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE.
Noi non siamo stati cacciati dall’Eden,semplicemente non siamo capaci di amministrarlo.

Bruno Baldassin
Maggio 2004.

Nessun commento: